Per molti principianti, scegliere il font appropriato è un processo complicato e dettato dal puro gusto personale. Selezionare il giusto font prevede la conoscenza di regole certe e richiede anni di esperienza per sviluppare una sensibilità adeguata ad ogni situazione.
In questo articolo vogliamo riproporre cinque linee guida per la raccolta e l’utilizzo di font che abbiamo sviluppato nel corso degli anni.
Regola n. 1 – L’abito giusto per ogni occasione
Un primo passo da compiere è quello di pensare ai font come a dei vestiti. Nel bene o nel male, scegliere un tipo di carattere è un pò come vestirsi al mattino. Proprio come con l’abbigliamento, esiste una distinzione tra caratteri tipografici in funzione della situazione in cui vanno utilizzati e il nostro compito è cercare di trovare il giusto equilibrio per l’occasione. Proprio come non adremmo mai ad una cena di gala in pantaloncini corti e maglietta non useremmo mai un font stile “cartoon” per un sito istituzionale.
Una volta capiti i canoni generali al di fuori dei quali saremmo decisamente “fuori tema” entra in gioco il fattore personale e il gusto individuale. Proprio come per l’abbigliamento ogni designer ha dei font preferiti che tende ad utilizzare maggiormente di altri: alcuni caratteri tipografici sono un pò come quei jeans comodi che indossiamo ogni giorno: vanno un pò con tutto, sembrano adattarsi ad ogni situazione e diventano più o meno formali a seconda dell’accessorio con cui vengono accompagnati.
In questa ampia categoria solitamente rientrano quei font che hanno un vasto numero di varianti e tagli (Light, Regular, Bold, Condensed, Italic etc). Tra i nostri preferiti (e probabilmente anche di molti altri) troviamo: l’Helvetica Neue, il DIN, il Gotham, il Perpetua, il Frutiger e ovviamente l’Arial.
Regola n. 2 – Raggruppare i font in famiglie
I font possono essere divisi e suddivisi in decine di categorie ma in realtà abbiamo solo bisogno di tenere bene a mente i cinque gruppi principali per avere una chiara visione della maggior parte dei caratteri da utilizzare nei nostri design.
Nella nostra lista inseriamo due grandi gruppi sans-serif ovvero senza grazie (che ricordiamo essere i piedini alle estremità della forma delle lettere), due con grazie – serif – e un outlier (con piedi grandi e pronunciati).
2.1 Font Geometrici
Vengono definiti geometrici quei font che si basano, come dice il nome stesso, surigorose forme geometriche. Le forme di una singola lettera hanno spesso tratti che sono tutti della stessa larghezza e spesso il loro design generale adotta la filosofia“less is more” tipical del minimalismo.
Tra i principali vantaggi dei font geometrici troviamo la chiarezza, la modernità e l’universalità. Di contro sono spesso freddi, impersonali e noiosi.
Per fare una similitudine i font geometrici sono un pò come un aeroporto ben progettato: è imponente, moderno, utile e avveniristico, ma dobbiamo pensarci due volte per capire seci piacerebbe trascorrerci più di un paio d’ore al suo interno.
Tra i principali font geometrici possiamo elencare: Helvetica, Univers, Futura, Avant Garde, Akzidenz Grotesk, Franklin Gothic, Gotham.
2.2 Font Umanistici
In questa particolare famiglia rientrano quei font derivati dalla scrittura a mano. Anche nelle loro forme più pulite e moderne questi font conservano ancora qualcosa di umano – più o meno percettibile – che deriva appunto dalla loro radice.
Confrontare la ‘t’ nella immagine qui sopra con la ‘t’ dei font geometrici per notare quanto più dettaglio presenta la ‘t’ umanista.
Questa è l’essenza dei font umanistici: mentre i font geometrici sono progettati per essere il più semplici possibili, le lettere dei caratteri umanistici hanno generalmente un maggior dettaglio, meno uniformità, e spesso coinvolgono linee e tratti più o meno spessi.
Tra i loro vantaggi i font umanistici possono contare nel fatto di essere sia moderniche umani, sia chiari che empatici ed emozionali. Come svantaggio possono sembrare antiquati, a volte incerti e poco credibili.
Tra i principali font umanistici elenchiamo: Gill Sans, Frutiger, Myriad, Optima, Verdana.
2.3 Font “Vecchio stampo”
Chiamati anche “font alla veneziana“, sono i caratteri tipografici più antichi, ovvero il risultato di sviluppi incrementali di forme calligrafiche nel corso dei secoli passati.
Questi font sono caratterizzati da poco contrasto tra tratti spessi e tratti sottili(conseguenza delle limitazioni tecniche della stampa di un tempo), e le forme delle lettere curve tendono a inclinarsi verso sinistra (proprio come la calligrafia).
I font “vecchio stampo” hanno i vantaggi di essere classici, tradizionali e leggibili. I loro principali difetti troviamo il fatto che sono … classici e tradizionali.
Tra i principali font “vecchio stampo” ricordiamo: Jenson, Bembo, Palatino e Garamond(che è considerato talmente perfetto che da quando è stato creato nessuno ha più cercato di migliorarlo…).
2.4 Font Moderni
Questi paticolari font sono una diretta conseguenza del pensiero illuminista di transizione (metà del 18 ° secolo) e moderno (fine del 18 ° secolo, da non confondere con il modernismo della metà del 20° secolo).
Rispetto ai font “vecchio stampo” in questi caratteri troviamo una ricerca verso lapulizia geometrica, forme più taglienti e virtuosismi vari.
Nel creare questo tipo di font sembra quasi che i designer abbiano voluto dare una dimostrazione della loro capacità di saper contrastare tratti spessi a tratti sottili. Per lo sviluppo di questa famiglia di font ebbe grande importanza la competizione tra 2 designer rivali per la creazione di 2 font simili, Bodoni e Didot.
Tra i princiali vantaggi i font Moderni possono contare su di un aspetto forte, elegante e dinamico. Di contro possono anche sembrare troppo appariscenti e barocchi per essere considerati classici e troppo pesanti per essere considerati veramente moderni
I principali font Moderni sono: Times New Roman, Baskerville, Bodoni, Didot
2.5 Slab Serif
Conosciuti anche come “egiziani” gli Slab Serif (letteralmente lastra con grazie) sono tornati fortemente in auge negli ultimi anni. Questo tipo di font solitamente presentatratti simili a quelli dei font sans-serif (ovvero forme semplici con un contrasto relativamente poco marcato tra tratti spessi e tratti sottili) ma con piedi rettangolari, solidi, fortemente marcati.
Questo tipo di font rapressenta un jolly valido per molte occasioni: sono infatti molto specifici ma anche spesso contradditori.
Possono trasmettere un senso di autorità, nel caso delle versioni più pesanti come ilRockwell, ma possono anche essere molto amichevole, come nel recente Archer.
Molti di questi font sembrano esprimere un carattere urbano (come il Rockwell, ilCourier e il Lubalin), ma se applicati in un contesto diverso richiamano fortemente la frontiera americana e quel particolare tipo di segnaletica rurale che appare nelle foto di quel periodo. Proprio per questi motivi gli Slab Serif sono difficili da generalizzare come gruppo, ma la loro caratteristica è quella di dare un tocco di unicità e di riuscire a caratterizzare quello che rappresentano.
Allo stesso modo, se utilizzati impropriamente possono facilmente diventare troppo invadenti e risultare “fuori luogo”.
I principali Slab Serif sono: Clarendon, Rockwell, Courier, Lubalin Graph, Archer.
Per il momento ci fermiamo qui, a breve pubblicheremo la seconda parte di questo articolo. Restate collegati!
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